Il Regno di Nettuno: Un Tesoro Blu nel Golfo di Napoli
L’Area Marina Protetta (AMP) “Regno di Nettuno” non è solo un nome evocativo: è un vero e proprio santuario sottomarino che abbraccia l’Arcipelago Flegreo, custodendo tesori naturalistici e storici ineguagliabili. Istituita attorno alle isole di Ischia, Procida e Vivara, quest’area rappresenta uno degli angoli più preziosi e vitali del Mediterraneo, un punto di incontro tra la storia vulcanica e la ricchezza biologica.
Storia:
Storia
L’idea di proteggere il mare circostante le isole flegree ha radici lontane, ma l’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” è stata istituita ufficialmente con un Decreto Ministeriale del 27 dicembre 2007 (con effetto dal 2008). La sua creazione è stata il culmine di studi e analisi avviati sin dai primi anni ’90, volti a riconoscere e tutelare l’eccezionale biodiversità e la singolare geodiversità di questo tratto di mare. Con un’estensione di oltre 11.256 ettari, il “Regno di Nettuno” è l’area marina protetta più estesa della Campania. Oltre a obiettivi di tutela ambientale, l’AMP svolge un ruolo cruciale nella ricerca scientifica e nell’archeologia subacquea, preservando reperti unici come i resti del porto sommerso dell’antica colonia romana di Aenaria, al largo di Ischia Ponte.
Mappa e Zone Protette
La gestione e la conservazione dell’AMP si basano sulla suddivisione del suo territorio in zone a diverso grado di protezione, ognuna con specifiche limitazioni di accesso e attività. Questa zonazione permette di bilanciare la tutela dell’ambiente con la fruizione sostenibile:
Zona A – Riserva Integrale (Massima Protezione): l’accesso, la navigazione, la balneazione, l’immersione e la pesca sono generalmente vietati. Sono ammesse solo attività di sorveglianza, soccorso e ricerca scientifica autorizzata. Tali zone si trovano, ad esempio, al largo della costa occidentale dell’Isola di Vivara per proteggere importanti aree archeologiche marine.
Zona B – Tutela Generale (Protezione Elevata): prevede un regime di protezione elevato. La navigazione e l’ormeggio sono consentiti con precise regolamentazioni. La pesca sportiva e professionale è strettamente limitata (con alcune aree “no-take”) per garantire la riproduzione delle specie marine.
Zona C – Riserva Parziale (Minore Restrizione): è la zona con le minori restrizioni, che consente la navigazione da diporto, l’ormeggio e la pesca sportiva, purché nel rispetto delle normative e delle finalità di conservazione.
Zona D – Canyon di Cuma (Tutela Pelagica): una zona più esterna, istituita specificamente per la tutela dei grandi mammiferi marini (cetacei) che frequentano il profondo canyon sottomarino.
Obblighi e Limiti
Divieto Assoluto: Il regolamento dell’AMP impone regole precise per chiunque voglia esplorare il Regno di Nettuno, con l’obiettivo di preservare l’equilibrio ecologico e storicoculturale dell’area: è vietato l’abbandono o l’immissione di qualsiasi sostanza tossica o inquinante, la discarica di rifiuti, l’utilizzo di moto d’acqua e, nelle zone più protette, la balneazione e la navigazione.
Navigazione e Velocità: la navigazione è regolamentata da limiti di velocità (spesso 5 nodi in prossimità della costa e 10 nodi in alcune zone più esterne) ed è quasi sempre obbligatoria la navigazione in “assetto dislocante” per ridurre l’impatto.
Ancoraggio: l’ancoraggio è vietato se non in aree autorizzate (tramite boe o gavitelli) per proteggere i delicati fondali, in particolare le praterie di Posidonia oceanica.
Pesca e Immersioni: richiedono specifiche autorizzazioni, specialmente per i non residenti, e sono soggette a limiti quantitativi e qualitativi molto rigidi per proteggere le specie ittiche locali.
L’Ecosistema: Posidonia e Giganti del Mare
L’ecosistema marino del “Regno di Nettuno” è di straordinaria importanza e riflette la sua origine vulcanica. Il vero cuore biologico è la Posidonia oceanica, una pianta marina endemica che forma vaste praterie. Queste praterie sono essenziali perché agiscono come veri e propri “polmoni del Mediterraneo”, producendo ossigeno, stabilizzando i fondali e offrendo riparo e nutrimento a innumerevoli specie marine, dai cavallucci marini ai banchi di saraghi e orate. La geodiversità dell’area crea habitat unici: si passa dalle fumarole vulcaniche sottomarine (che rilasciano gas e creano microambienti specializzati) alle pareti rocciose profonde popolate da spugne, gorgonie e, in alcuni casi, dal raro corallo nero (Gerardia savalia). Nelle acque pelagiche, in particolare nella Zona D, l’AMP è un corridoio vitale per i cetacei (balenottere comuni, capodogli, tursiopi e stenelle) che transitano nel bacino del Mediterraneo, confermando il suo ruolo di salvaguardia della biodiversità che va ben oltre la costa.

